L’incontro odierno tra il Sottosegretario alla Difesa On.le Cossiga e le OO.SS. Nazionali, riguardante l’attività del CRAMM e i provvedimenti di riorganizzazione dell’Area Tecnico/Operativa, si è caratterizzato per la ratifica della separazione dei tavoli di negoziazione (ben cinque, un record mai registrato!) come richiesto da CGIL CISL e UIL.
Questo avvenimento, in una fase cruciale di forte criticità per il complessivo ridimensionamento di strutture e addetti nonché per l’imminente privatizzazione del settore, determina una vantaggiosa soluzione per l'Amministrazione che trova un’opposizione sindacale divisa e, allo stesso tempo, i sindacati concertativi di CGIL CISL e UIL quali compiacenti interlocutori.
I documenti relativi lo studio del CRAMM, riguardanti alcuni elementi del piano industriale e i modelli di riferimento per gli Arsenali della Marina Militare, prevedono in sintesi una riduzione delle funzioni con un ridimensionamento delle risorse impiegate nell’Area Amministrativa/Servizi/Supporti che determinerebbe una riduzione complessiva iniziale, quasi “indolore”, di circa 305 unità e un piano di assunzioni “selettivo” di almeno 150 unità nella prima fase di attuazione.
Insomma, niente di preoccupante e, visti i tempi che corrono, una soluzione di compromesso accettabile e sindacalmente allettante per qualcuno.
Ma, nella seconda fase di realizzazione del piano denominato “Modello a 35 unità”, assistiamo ad una drastica riduzione complessiva di circa 1000 unità lavorative e, nella terza e conclusiva fase, un aumento di circa 700 unità.
Tutto questo con un contratto collettivo di lavoro trasformato con connotati privatistici, una nuova tipologia contrattuale estendibile anche ai dipendenti dell'Agenzia Industrie Difesa. Purtroppo non assistiamo a nessuna manifestazione di opposizione o di preoccupazione da parte sindacale, ma bensì viene lanciata la proposta di concordare un piano di formazione, un sistema di valutazione individuale e una programmazione delle progressioni di carriera che sembra presentarsi quale merce di scambio.
I lavoratori della difesa devono sapere che le decisioni sono già state prese anche se il gioco delle parti andrà avanti per molto tempo e l’epurazione sarà pesante perché la Difesa Servizi Spa è realtà.
Invitiamo tutti i lavoratori a leggere attentamente i documenti riguardanti questa fase iniziale di ristrutturazione e ad essere partecipi in queste problematiche che rischiano di produrre un negativo cambiamento della nostra condizione lavorativa.