''Le regole sono importanti, i comportamenti molto di piu'…"

Taranto -

Cosa pensereste se prima di acquistare una casa il venditore, prima di farvela vedere, pretendesse da voi la firma di un documento in cui vi impegnate a comperarla, senza sapere quanto costa, come è fatta e dove è situata?

 

Follia, vero?

 

In realtà, è quanto accade in questi giorni: RdB viene esclusa dal tavolo nazionale sulla ristrutturazione degli Enti industriali della Difesa perché non ha firmato il Memorandum proposto alle OO.SS. lo scorso 3 luglio, motivando tale dissenso con la necessità di conoscere, dopo quattro anni, due diversi Ministri e tre rinvii precedenti, i contenuti del piano di riordino che l’Amministrazione si appresta a varare, prima di impegnare i lavoratori rappresentati ad un documento fumoso e che contiene, a nostro giudizio, pericolosi riferimenti ad una non meglio specificata mobilità.

Proprio l’ostinazione a voler sottolineare il ricorso ad un istituto, che esiste già da tempo ed è normato dai CCNL, pretendendo che le rappresentanze sindacali che rientrano a pieno titolo nella maggiore rappresentatività così come stabilita dalla controparte non abbiano diritto a comporre un tavolo negoziale se non appongono una firma a priori, ci lascia intendere che le ricadute, per i lavoratori,si preannunciano “dolorose”.

La nuova riunione che si terrà martedì prossimo, 17/7/2007, non vedrà la nostra rappresentanza a quel tavolo, naturalmente, come primo momento di protesta e mobilitazione contro questo atto discriminatorio e di incredibile gravità, abbiamo convocato, in concomitanza con l’incontro in oggetto, un presidio in via XX Settembre dove i lavoratori iscritti a questa sigla sindacale manifesteranno nei confronti di un esecutivo che soltanto a parole e nelle dichiarazioni d’intenti intende rifarsi a corrette relazioni sindacali.    

Escludere una organizzazione, solo perché potrebbe non condividere quanto il Ministero Difesa intende fare ci pare il massimo di antidemocraticità, che ciò sia posto in essere da uno dei padri del nascente Partito Democratico, poi assume il sapore della beffa oltre a dirla lunga su quale sia il concetto di democrazia insito nella testa di costoro…

Reputiamo questo comportamento indice di debolezza, un diktat attraverso il quale affermare nel modo più semplice la propria identità, con un bel “NO” a qualsiasi parere diverso dal proprio.

Per quello che riguarda l’Arsenale M.M. di Taranto, con centinaia di lavoratori che è impossibile impiegare stante la circostanza che nove officine, a vario titolo, abbisognano di adeguamenti alle normative antinfortunistiche e quindi sono parzialmente o totalmente inagibili, che i fondi richiesti non si vedono rendendo impossibile qualsiasi intervento serio, con una parte della rappresentanza sindacale che non ritiene di essere la controparte della Direzione, un’altra parte che dichiara di voler tutelare sia i Lavoratori che la Direzione, dimenticando le ragioni d’essere un sindacato, si preannunciano tempi bui.

Lo scorso 12 luglio, nel corso dell’incontro richiesto da tutte le OO.SS. presenti in Arsenale, per discutere della gravità della situazione, la controparte ha, di fatto, dichiarato la propria impotenza a risolvere la situazione senza interventi urgenti e mirati che richiedono importanti investimenti.

In questo stato di fatto continuare a garantire l’impiego per tutti i dipendenti diverrebbe impossibile, pertanto…tirate le vostre conclusioni.

Naturalmente, quanto sopra, rappresenta l’epilogo di una situazione che si trascina da anni, sempre da noi puntualmente denunciata, sempre da altri mistificata, e non sarà l’esclusione da un tavolo che potrà menomare o mortificare il nostro ruolo:

le chiacchiere stanno a zero!

Nel 1998 noi non firmammo il protocollo sulla ristrutturazione, altri avevano l’ambizione di “governare i processi”, come è andata a finire lo vediamo oggi.

Ci appelliamo all’intelligenza delle Lavoratrici e dei Lavoratori affinché valutino la propria condizione, ricordino quanto gli è stato detto e ridetto e da chi nell’attesa di conoscere il famoso piano partorito dalla Commissione Verzaschi che, prima o poi, tavoli o non tavoli, dovrà essere di pubblico dominio.

Speriamo davvero di cuore di sbagliare, ne saremmo felici e lo ammetteremmo di buon grado ma, temiamo fortemente che nulla di buono ci attenda, che l’unica prospettiva sia quella di lottare sul serio per la sopravvivenza consci che nessun’altro lo farà per noi!

 

p.Coordinamento Aziendale RdB Arsenale

                                                                             Luigi Pulpito

(1) lo ha detto Arturo Parisi, Ministro della Difesa