Rassegna stampa dall'Arsenale Militare di Taranto.

Taranto -

Le notizie dei quotidiani inerenti la grave situazione dell'Arsenale Militare di Taranto.

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TARANTO – L'amministrazione della Marina Militare, indotta in errore, avrebbe assegnato lavori in regime di appalto pubblico a ditte che non avevano i requisiti per parteciparvi. È emerso dalle indagini condotte dal sostituto procuratore Vincenzo Petrocelli sulla gestione dell’Arsenale militare di Taranto nelle quali sono indagate nove persone, tra le quali quattro ammiragli per i quali il pm aveva chiesto l'arresto.
A loro, i carabinieri hanno notificato nella tarda serata di ieri una richiesta di interdizione dagli incarichi per la durata di due mesi: sono l’ammiraglio Giulio Cobolli, attuale direttore dell’Arsenale militare; l’ammiraglio ispettore Alberto Gauzolino, ex direttore dell’Arsenale di Taranto, trasferito a Roma; Nicola Giustino e Pietro Covino, in servizio a La Spezia. Il gip Michele Ancona ha respinto la richiesta di arresti domiciliari che era stata avanzata dal sostituto procuratore Vincenzo Petrocelli per i quattro ufficiali e ora dovrà valutare l’opportunità di disporre le misure interdittive.

Le attenzioni degli investigatori sono appuntate anche sull'utilizzazione indebita da parte di alcune imprese dell’indotto di vernici e altro materiale di proprietà delle Forze Armate. Proprio per aver falsificato – secondo l’accusa – una relazione commissionata a un gruppo di lavoro per verificare la responsabilità delle ditte dell’appalto o aver omesso di denunciare fatti di rilevanza penale sono finiti nei guai i quattro ufficiali della Marina militare, per i quali è stata chiesta l’interdizione dagli incarichi della durata di due mesi.

Nel novembre del 2005 fu disposto il sequestro di un’area di 18mila mq nell’Arsenale di Taranto. Nel corso di vari sopralluoghi, furono trovati sette sacchi sigillati di scorie di amianto nel deposito di una ditta dell’indotto, sacchi aperti e fusti di carburante. L’8 marzo del 2006, invece, un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari fu notificata a due imprenditori accusati di ricettazione. L’indagine seguiva il sequestro, da parte dei carabinieri del Nil e dei funzionari dell’Ispettorato del Lavoro, di un locale, riconducibile ai due inquisiti, all’interno del quale erano stati depositati 2000 chili di vernice antivegetativa per navi militari, di proprietà della Marina, e due pompe mescolatrici, anch’esse di proprietà delle Forze Armate.
Nell’inchiesta della procura di Taranto sono indagati anche dipendenti civili dell’Arsenale militare.

18/3/2008