Siglato l'ipotesi di accordo del Nuovo Sistema di Classificazione del Personale Civile della Difesa. La nota RdB Difesa all'ipotesi di accordo.

Roma -

In data 17 febbraio '09 è stato siglato l'accordo del Nuovo Sistema di Classificazione del Personale Civile della Difesa. Diventerà operativo successivamente agli accordi che definiranno i criteri per le progressioni verticali ed i criteri per la valutazione della produttività individuale.

 

 

Il giorno 17.02.2008 si è svolta a PERSOCIV la riunione per la definizione del NSCP (nuovo sistema classificazione del personale).

Questa O.S. pur non condividendo alcuni aspetti del nuovo ordinamento in quanto:

·         individua per tutti i settori, profili di 2^area differenziati, per la posizione economica di accesso (F1 o F2) in base al titolo di studio posseduto;

·       flessibilizza eccessivamente, anche rispetto ai criticabili indirizzi dettati dal contratto, le mansioni esigibili per ogni profilo, attraverso un eccessivo accorpamento degli stessi (cosa evidenziata anche dall’ARAN nei rilievi fatti al NSCP), mentre soltanto per un limitatissimo numero di profili si entra talmente nello specifico da rappresentare un evidente e sospetta contraddizione con la filosofia che ha ispirato il resto del documento

 

ha sottoscritto l’accordo in quanto è, ad oggi, l’unico strumento in possesso del personale civile per rivendicare, se pur in maniera parziale, un riconoscimento del proprio ruolo all’interno di questo Ministero, con particolare riferimento ai posti di funzione, oggi sottratti dal personale militare, anche per le incongruenze del vecchio ordinamento.

Potremo, infatti, quando il NSCP sarà reso operativo, rivendicare l’attribuzione di incarichi, relativamente all’area di appartenenza, prescindendo dal vecchio livello.

 

Non possiamo, di contro, essere soddisfatti della decisione, da noi contrastata, di subordinarne l’applicazione del nuovo sistema, alla individuazione ed approvazione dei criteri per le progressioni all’interno del sistema di classificazione (artt. da 12 a 18 del CCNL) ed alla più complessa individuazione dei criteri per la misurazione e valutazione della qualità dei servizi (artt. da 21 a 23 del CCNL).

Abbiamo motivato la nostra contrarietà a tale decisione con tre obiezioni di fondo:

1.    non vediamo alcuna determinante correlazione tra l’ordinamento professionale e la misurazione e valutazione della qualità dei servizi;

2.    in alcune realtà lavorative il procrastinarsi della situazione attuale determinerà l’ulteriore perdita di posti di funzione a tutto vantaggio della componente militare rischiando di mettere la pietra tombale su ogni ipotesi di civilizzazione;

3.    con quali soldi, stante l’attuale quadro di riferimento normativo, potremo finanziare le ipotetiche future riqualificazioni se già oggi, anche grazie ai tagli operati dalla legge 133/08 (Brunetta), le risorse economiche del FUA sono talmente esigue che, dare corso ad ulteriori riqualificazioni significherebbe per tantissimi nostri colleghi ulteriori riduzioni o azzeramento del misero FUS?

 

A proposito del FUA nel 2009, in base ai dati forniti nella riunione dall’Amministrazione, l’ammontare dello stesso equivarrà a circa 72 milioni di euro a fronte dei 138 milioni di euro del 2008, anche per le seguenti riduzioni:

-        4 milioni per posizioni super

-        15 milioni per i percorsi formativi

-       10 milioni per la perequazione dell’indennità di amministrazione (come previsto dal CCNL)

-        7 milioni in applicazione della legge 133/2008 (Brunetta)

 

Tolte, ai 72 milioni di euro, le spese per finanziare le altre voci del FUA ( particolari posizioni, indennità, posizioni organizzative, ecc.), per il FUS residuano 48 milioni di euro, per una media pro-capite di 1147 euro al netto degli oneri a carico del datore di lavoro, con una riduzione rispetto al 2008 di circa 800 euro.

Questo sarà il taglio al nostro FUS per il 2009, cui nell’anno successivo si detrarrà un ulteriore 10% e, sommando a questo quanto abbiamo perso in termini di recupero del potere d’acquisto con gli ultimi miseri e vergognosi “rinnovi contrattuali”, se qualche sciagurato pseudo-sindacalista, invece di chiamare i lavoratori alla lotta, avrà la spudoratezza di far passare questo o qualche misera integrazione come una conquista salariale, derivante dal proprio insostituibile ruolo di paladino dei lavoratori, rispondiamogli fin da ora con una sola parola: BUFFONE.