Un'assurda pretesa. Il disagio e il malessere del personale civile dell'Accademia Militare di Modena in conseguenza ai continui richiami da parte del Comando a presenziare alla cerimonia dell'alzabandiera.

Roma -

 

 

 

 

 

Viviamo in tempi veramente oscuri dove l'autoritarismo reazionario di stampo oscurantista si manifesta con forme di cui non avevamo più memoria. E' ora che il personale militare la smetta di coinvolgerci e pretenda la nostra  partecipazione in occasioni che non ci appartengono se non per scelta personale. La cerimonia dell'alzabandiera o del commiato ai Direttori che si avvicendano non è per noi un obbligo. Si chiama "libera di scelta" e tale deve restare. FATELA FINITA CON QUESTO ATTEGGIAMENTO. FATELA FINITA DI TRATTARE LE PERSONE COME NULLITA'.

 

Riportiamo la lettera spedita in occasione di questa assurdità.

 

A Ministero della Difesa

Gabinetto del Ministro

 

Ministero della Difesa

Sottosegretario di Stato

 

Ministero della Difesa

Stato Maggiore Difesa

 

Accademia Militare di Modena

Direzione

 

 

Questa O.S. rappresenta il disagio e il malessere del personale dipendente della Accademia Militare di Modena, in conseguenza ai continui richiami da parte del Comando (ultimo datato 19/10/2006 prot.n. 489 1 SEG.Ind.cl.1.12.8.1), a presenziare alla cerimonia dell’alzabandiera e che  sta compromettendo i rapporti di fattiva collaborazione, tra personale civile e Direzione, da sempre patrimonio dell'Accademia.

Ritenevamo la risposta dello SM-Ufficio Personale e Benessere dell’Accademia Militare in data 6 giugno 2006 prot. n. 442 Cod.id.1PCind.d.5.14.2 una presa di posizione, pur se non condivisibile da parte nostra, superata da una pratica sostanzialmente accettata.

Purtroppo, gli atti d'autorità attraverso i quali l'Amministrazione, anche con forme  di pressione individuale sui lavoratori, impone l'applicazione di quanto previsto nel foglio n. 2421/SEG -1.12.8.1 del 4.05.2006, ci vedono costretti a fare alcune considerazioni e puntualizzare quanto segue:

  1. La trasposizione dell' interesse pubblico a cui si fa riferimento, nella cerimonia interna dell’alzabandiera come indicato al punto 2 della lettera prot. n. 442442 Cod.id.1PCind.d.5.14.2 del 6.06.2006 è un evidente e gratuita forzatura, che contrasta con la definizione che, dello stesso, danno le norme di riferimento e che correttamente stabiliscono l’ambito ed il senso di “interesse pubblico”;
  2. i compiti istituzionali richiamati al citato punto 2,  ” provvedere alla più alta educazione morale……” riguardano esclusivamente il personale militare e non il personale civile che ha, per essere assunto alle dipendenze della Pubblica Amministrazione, superato un regolare concorso,  prestato giuramento alla Repubblica (vale la pena, in questa occasione, ricordare che  tale obbligo e stato recentemente abolito) e un’anzianità di servizio media intorno ai venti anni;
  3. è improprio il richiamo fatto alla flessibilità dell’orario di lavoro che, si rammenta, è frutto di una contrattazione sindacale e in linea con quanto previsto dalle normative che regolano le tipologie dell’orario di lavoro nel pubblico impiego;
  4. il dipendente civile della difesa è un dipendente pubblico soggetto a quanto previsto dal C.C.N.L. del comparto Ministeri;
  5. non ci risulta che in alcun documento di natura contrattuale sia previsto l’obbligo, per i pubblici dipendenti, di presenziare a cerimonie di alcun genere, anche se interne all’Amministrazione di appartenenza;
  6. la convivenza tra personale civile e personale militare non può azzerare distinzioni in merito al diverso stato giuridico da cui derivano differenza di ruoli,  competenze, responsabilità, doveri, diritti ed anche retribuzioni;
  7. i nostri doveri sono espressamente definiti dalle normative contrattuali e dalle leggi che regolano i rapporti di lavoro

 

Crediamo infine che allo sviluppo di un maggior senso civico contribuiscano, la tolleranza, il dialogo, il rispetto delle diversità e non l’imposizione e l’autoritarismo.

Alla  luce di quanto sopra esposto non accettiamo l’obbligo a partecipare alla cerimonia in argomento, ribadendo che ogni uomo e donna che lavorano all’interno dell’Accademia sono liberi, secondo la loro volontà,  di parteciparvi.

 

Si richiede pertanto il ritiro di ogni atto di autorità nel merito di quanto sopra esposto.