Posto sotto sequestro il Bacino Brin all'Arsenale Militare di Taranto. Lettera aperta della struttura RdB al Direttore dopo la chiusura del bacino di carenaggio.

Taranto -

Egr. Sig. Direttore,

quando ieri si diffuse in Arsenale la notizia che, nell’ambito dell’inchiesta della magistratura, era stato posto sotto sequestro il Bacino Brin, che al momento ospita il sommergibile Pelosi ed il bacino galleggiante G.O. 10, la sensazione predominante tra i lavoratori più consapevoli era quella di assistere ad una nuova puntata dello show infinito nel quale siamo intrappolati da tre anni.

Prigionieri in un limbo, vittime di un conflitto tra poteri dello stato ed interessi contrapposti.

Perché diciamo questo? Perché siamo stufi marci di vederci sequestrare lo stabilimento pezzo per pezzo: non è possibile continuare a chiudere ciclicamente oggi un’officina, domani un bacino e magari dopodomani la mensa!

            Non è in discussione se sia legittimo sequestrare una struttura non a norma, quello che stiamo dicendo non ha nulla a che fare con il codice penale.

            Stiamo dicendo, se ancora qualcuno non lo avesse capito, che è criminale tenere in una condizione di soggezione migliaia di lavoratori che ogni giorno, da tre anni a questa parte, si alzano al mattino con l’angoscia di trovare il proprio posto di lavoro sotto sequestro o magari ripreso da una telecamera ”clandestina” che ti mostra al mondo intero quale fannullone.

Oggi siamo a scrivere questa nota con lo spirito dolente, ma non domo, di chi vede una vertenza infinita avviarsi alla sua conclusione che non è quella per cui in dieci anni difficili si è combattuto, ci si è arrovellati, scontrati con tutti e con tutto utilizzando lo strumento sindacale del coinvolgimento della base, in piazza ed ai tavoli di confronto.

Poche righe di un quotidiano trasmettono freddamente una notizia tra milioni di altre:

“Arsenale militare, sequestrato un bacino con un sommergibile”

Il cuore di tutto il sistema, l’installazione principe che consente di espletare le lavorazioni alle unità navali.

Se diviene impossibile utilizzare i bacini cosa ci stiamo ancora a fare qui?

La Direzione Arsenale fa presente che sta operando mediante un piano di lavori che, con le risorse messe a disposizione, ha come obiettivo il recupero e la messa a norme di impianti e strutture.

Nel caso di specie esiste, pubblicato sul sito dell’Arsenale e di pubblica consultazione, il bando per la messa a norma della cabina elettrica n. 7 del Bacino Brin, già auto interdetta ai lavoratori, opera interamente finanziata in corso di gara d’appalto.

Ciò nonostante sono stati posti i sigilli al Bacino Brin che è sotto sequestro.

Lei converrà con noi che parlare di lavoro, di merito o solo di programmazione responsabile ed intelligente è divenuto impossibile: come programmare una gestione del personale quando ogni giorno aumentano coloro che non possono più svolgere il compito per il quale sono retribuiti e ciò non per loro colpe?

Le diamo atto che, in questi pochi mesi del suo comando, è stato interlocutore corretto pur nella durezza del confronto e proprio per questo le chiediamo di volersi fare interprete presso i suoi superiori, credo tutti ex Direttori di questo Arsenale che per tale ragione conoscono benissimo questa realtà, della impossibilità di continuare in questo modo.

Per parte nostra proporremo lunedì prossimo alle altre rappresentanze sindacali aziendali di convocare immediatamente una assemblea generale dei lavoratori affinché siano fugati gli ultimi dubbi e le ultime illusioni sulle sorti del nostro Arsenale nella consapevolezza che se le Forza Armata dovrà scegliere tra il personale e le navi sceglierà sempre le navi.

·         Allo stato se i lavori residui alle unità navali saranno resi impossibili dall’inutilizzo dei bacini, è di tutta evidenza che dovranno essere spostati altrove.

·         Ai politici non interessano le nostre sorti e ciò è testimoniato dal fatto che in campagna elettorale non uno dei leader calati da Roma ha trovato dieci minuti per venire davanti ai cancelli di questo posto di lavoro, cosa che si è sempre fatta in passato, scegliendo di star bene alla larga dagli “appestati arsenalotti” quasi che potessimo contagiarli.

·         Altre e ben più importanti rappresentanze sindacali a fronte dello sfacelo e del disastro non sanno far altro che chiedere trecento assunzioni (!!!)

·         Lo sport nazionale è diventato quello di sparare allo statale che guarda caso è anche un cittadino che paga il dissesto con nuove tasse, mangia formaggio alla diossina, aspetta mesi per una visita medica, non arriva alla terza settimana e deve consigliare ai propri figli di fuggire da questa città al collasso finanziario, morale ed ambientale.

 

Direttore, nella convinzione che sia nostro dovere spiegare ai lavoratori qual è la vera situazione in modo rigorosamente realistico, in definitiva siamo a chiederle di volerci comunicare quante unità lavorative, allo stato odierno non trovano utile impiego ed una proiezione per l’immediato futuro così da consentirci di avviare la raccolta delle desiderata di trasferimento presso altri enti del personale che ci risulta desideroso di sottrarsi ad un degrado morale prima ancora che infrastrutturale.

Tutto ciò fermo restando la nostra determinazione a sostenere tutte le nostre proposte in campo che non sono in contraddizione con quanto espresso ma, anzi il logico corollario.

Distinti saluti

                                              Luigi Pulpito - Coordinatore Provinciale RdB Difesa